Ka-jeput in malese significa albero bianco, per via della corteccia di questo albero che è quasi bianca. E’ alto e flessuoso, con foglie grigio cenere, tendente al verde, e fiori a spighe che formano piumini bianchi e leggeri.
In occidente arrivò soltanto nel ‘700, a seguito delle conquiste olandesi delle Molucche, ma nelle sue terre d’origine era un rimedio noto e antico della medicina popolare. Conoscendone le proprietà fortemente antisettiche, comuni in tutte le Myrtacee, gli indigeni lo usavano contro ogni genere di infezione e lo bruciavano a fasci durante le epidemie per allontanare il contagio. Estraevano l’olio dalla pianta come antinevralgico (mal di denti e orecchie).
Melaleuca Leucadendra è il nome scientifico, la famiglia è quella delle Myrtaceae ed è una forza per le infezioni, tanto in alto quanto in basso.
Il nome scientifico la fa confondere con la Melaleuca Alternifolia, meglio conosciuta come la pianta del Tea Tree.
La grande differenza la si nota subito per la forma delle foglie, l’Alternifolia ha aghetti morbidi, la Leucadendra ha foglie lanceolate. I fiori sono molto simili, ma le funzionalità di queste due piante si differenziano per le azioni che hanno sul corpo.
Markus Shirner nel suo testo Huiles essentielles, uno dei testi fondamentali di Aromaterapia, lo descrive come olio essenziale con note di Testa e il suo elemento principale è quello dell’Aria.
Questo ci fa subito comprendere che le azioni principali dell’Olio essenziale di Cajeput sono:
- blando analgesico
- antimicrobico
- antinevralgico
- antisettico (polmonare, urinario, intestinale)
- antispasmodico
- antisettico
- carminativo (favorisce l’eliminazione dei gas)
- sudorifero
- tonico
- vermifugo
Si può utilizzare per diverse patologie, sempre miscelato con olio vegetale di Argan, di Ricino o di Neem per permettere, a differenza della miscelazione tramite crema, l’azione curativa lenta e costante.
Viene estratto mediante distillazione in corrente di vapore dalle foglie e dai ramoscelli freschi. Ha un odore canforaceo-medicinale penetrante. Contiene cineolo (>60%), terpinolo, acetato di terpinile, pinene, nerolidolo.
Le patologie più comuni che hanno nell’Olio di Cajeput un valido supporto sono:
- artrite
- dermatiti, acne ed eczemi
- enterite e diarrea
- infiammazione delle vie urinarie (cistite, uretrite, pielonefrite) in questo caso è possibile unire l’olio essenziale a semicupi intimi
- influenza, laringite, mal di gola, mal d’orecchie, raffreddore, sinusite, bronchite, asma
- neurodermite (prurito con pelle secca)
- punture d’insetti
Il dott. Valnet lo suggerisce per inalazioni dirette, vaporizzazioni nell’ambiente o frizioni con emulsione di olio vegetale eseguite localmente per laringiti, raffreddori, sinusiti e bronchiti croniche.
Massaggiato sull’addome in soluzioni oleose si è rivelato un eccellente vermifugo in caso di parassiti intestinali e urinari.
Inoltre, allevia i dolori articolari e i reumatismi, sempre in soluzione oleosa. Bastano 2 gocce di questo olio essenziale unito all’olio di Neem su un batuffolo di cotone da inserire nel condotto uditivo per curare le otiti e le forme catarrali localizzate nell’orecchio.
Le piaghe e le ulcerazioni di qualsiasi tipo hanno un miglioramento veloce con una soluzione oleosa unita all’olio essenziale di Cajeput; va a contrastare la formazione di batteri anche in caso di acne e dermatosi (compresa la forfora).
Le controindicazioni riguardano le donne in gravidanza (come quasi tutti gli oli essenziali) e i bambini al di sotto dei 5 anni. Può essere irritante per la pelle sensibile e per le mucose.
Vi aspetto al prossimo articolo o nella lettura di altri oli essenziali già pubblicati, un caro saluto Saturno